Fenomenologia dell’Aurelio

Quanta presunzione deve albergare in noi romani, per pretendere di dare ai quartieri i nomi delle strade consolari, quelle lunghe arterie che collegano la Capitale al resto d’Italia. Se non si tratta di appropriazione indebita, è solo perché questi lunghi itinerari che s’irradiano dal Centro sono stati costruiti da chi abitava qui parecchi secoli fa, e che forse ci ha convinti a compiere un abuso di potere prendendoci il nome. Nessuno dei quartieri “consolari”, nei fatti, copre per estensione l’intero tratto urbano della strada di riferimento, quello che porta dal Centro ai confini del GRA. Ci sono i casi generici, come Ardeatino, Laurentino o Nomentano, che vengono usati raramente, surclassati da suburbi più “famosi” come Tormarancia, Cecchignola, Montesacro; ci sono quelli dalla toponomastica variabile come il Tiburtino, che una volta era solo San Lorenzo, poi negli Anni Cinquanta ha oltrepassato il Verano e il fiume con il progetto INA-Casa per infine ricongiungersi con Santa Maria del Soccorso e i casermoni del Tiburtino III; ci sono quelli che non hanno alcuna unitarietà, e che anzi caratterizzano fortemente la loro frammentazione, come l’Appio S.Giovanni, l’Appio Latino, l’Appio Claudio, l’Appio Tuscolano. Quando si parla dell’Aurelio, invece, tutto è assai più definito, circoscritto e… Read More