Babilonia, Roma

Andavo a scuola a Viale Marconi e tutti i miei compagni abitavano lì. Nei pomeriggi di sabato o nelle rare giornate senza compiti il rettilineo del Fiume Rosso, come lo chiamavamo in confidenza, suggeriva solo due direzioni possibili: l’EUR quando si voleva prendere aria, il centro di Roma quando si volevano fare acquisti. Rita e io andavamo quasi sempre al centro, ma non è che facessimo tutti questi acquisti, ci piaceva e basta. C’erano le rovine in cui si entrava gratis, c’erano le chiese nere di smog per curiosare, c’erano finestre illuminate per immaginarsi come si poteva vivere, davanti al teatro Quirino o vicino a Fontana di Trevi. C’era il calare della sera che d’inverno ci sorprendeva fuori casa, in piedi dietro al finestrino di un autobus, stanche ma piene di vaghe aspettative. Come ve lo spiego? Al centro ci sentivamo come in una canzone di Claudio Baglioni, ispirate da impressioni e pensieri che sembravano esistere solo lì, mille e più tramonti dietro i fili del tram e tutto il resto. C’erano anche i negozi, ma per noi erano il meno. Cercavamo di tenerci lontane dal volgo profano che la metropolitana A, quasi nuova a quei tempi, vomitava a getto… Read More