Non c’è più Blu a Bologna

Negli ultimi giorni ha fatto molto parlare la vicenda di Blu, il noto street artist italiano che ha deciso di rimuovere dai muri di Bologna tutte le sue opere, coprendole di vernice grigia, in segno di protesta contro la mostra organizzata da una potente istituzione culturale, Genus Bononiae, sostenuta dalla fondazione bancaria Carisbo e presieduta dall’ex rettore Fabio Roversi Monaco. Una mostra che con l’obiettivo di preservare le opere di street art (negli anni passati oggetto di critica da parte del movimento artistico “tradizionale”) le sta staccando e musealizzando, spesso senza chiederne il consenso agli autori.

Un fatto che secondo Blu e altri del movimento è totalmente contrario, opposto alla filosofia della street art, che è quella di abbellire il bene comune, non di privatizzarlo e renderlo accessibile a pochi, secondo una logica di accumulo delle ricchezze che è tipico della società globalizzata.

Ha fatto bene a compiere un gesto così estremo? Chi ha ragione? Il dibattito in Rete è stato sentito e divisorio come in pochi casi. Si è discusso sul legame (necessario o meno) tra arte e business, su quanto possa essere estendibile il concetto di proprietà d’autore per delle opere che dovrebbero essere un “regalo” ai quartieri e alle città che le ricevono. Blu ha agito come autore o come guardiano della filosofia street art? Non mancano coloro che ritengono la mossa come una ricerca di visibilità, e come lo stesso Blu tanto “puro” non sia, visto che in passato ha collaborato con altri musei e tuttora vende le proprie serigrafie. Oltretutto, pur considerando valido il punto fermo di non “staccare” la street art dalla strada, il suo gesto ha depauperizzato gli incolpevoli cittadini.

Se volete farvi una vostra opinione, abbiamo qui raccolto il meglio di quanto pubblicato sull’argomento.

  • l’annuncio apparso sul blog di Blu
  • la spiegazione del gesto apparsa sul blog del collettivo Wu Ming (Blu non concede interviste ai media “ufficiali”)
  • l’articolo di cronaca locale bolognese di Repubblica che descrive nel dettaglio la notizia.
  • Una ricostruzione esaustiva e multimediale di FrizziFrizzi
  • Il Manifesto si schiera a favore di Blu
  • La “lavandaia” Giulia Seno approfondisce la vicenda dal punto di vista politico e ci fornisce alcuni punti di riferimento sociali bolognesi nei quali inserirla.
  • Un altro approfondimento pubblicato sulla rivista culturale Doppiozero.
  • Alessandro Mininno su Gli Stati Generali si focalizza sul danno procurato da Blu alla città di Bologna.
  • Un altro blog post di critica verso Blu da parte di Leonardo.
  • Anche il tono del post de Libernazione è di delusione nei confronti dello street artist.
  • Un reportage di TheTowner sulla Bolognina, uno dei quartieri periferici di Bologna che ospitava opere di Blu.
  • Internazionale ci ricorda quanto accaduto nel quartiere di San Basilio di Roma, quando un murale di Blu è stato censurato dal Comune in quanto offensivo verso le forze dell’ordine.
  • Su Bloggokin trovate invece un resoconto della mostra della discordia.

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